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OPI-Lecco, AIDO e ADMO insieme per una serata sul tema della donazione

L’evento benefico si terrà la sera del 20 maggio e vedrà la presentazione di un libro e diverse testimonianze, inserendosi nelle iniziative organizzate in occasione della giornata internazionale dell’infermiere.

Il 12 maggio ricorre la Giornata internazionale degli Infermieri e come di consueto si susseguiranno una serie di iniziative rivolte alla cittadinanza e ai professionisti del territorio provinciale, organizzate dall’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Lecco. Fra queste il 20 maggio alle ore 20,30 a Lecco presso il Palazzo del Commercio, in Piazza Garibaldi 4 si terrà un incontro organizzato in sinergia con AIDO e ADMO. “Abbiamo pensato di celebrare la giornata degli infermieri rimanendo dove siamo tutti i giorni, ossia al fianco dei cittadini, promuovendo la salute” - spiega il presidente OPI, Fabio Fedeli- “In queste settimane saremo impegnati nelle scuole con incontri di orientamento ed educazione sanitaria, sui canali social e al fianco di associazioni che si occupano di tematiche fondamentali per il bene delle comunità, facendo maggiormente conoscere il ruolo che gli infermieri hanno nella nostra società. Il 28 maggio invece si terrà un convegno per i nostri iscritti che vedrà la partecipazione di infermieri ricercatori e di colleghi neolaureati che illustreranno le più recenti evidenze scientifiche nel campo dell’assistenza infermieristica”.

La serata prevede la presentazione del libro “Io e il Professor non Hodgkin” con la presenza della scrittrice Debora Bricalli.

Debora è una giovane infermiera, abituata a stare in mezzo ai malati di cancro, ma meno abituata ad essere lei la persona malata. Giovane, troppo giovane per pensare di essere preda di malattie così aggressive nel momento più esaltante della sua vita, la gravidanza. Al sesto mese si ritrova invece affetta da linfoma Non Hodgkin e la sua vita è capovolta. Tra momenti di inebriante gioia come la nascita della figlia, il matrimonio e i rientri a casa e momenti di sconforto, Debora riesce a ritagliarsi del tempo tutto per sé descrivendo sensazioni ed emozioni vissute nel suo percorso. I pensieri accumulati diventano un vero e proprio libro con l’intento di donare speranza a chi soffre e un contributo economico a chi si occupa di combattere queste malattie.

Inoltre, l’evento verrà impreziosito da ulteriori testimonianze. Durante la serata interverranno Sarajeva Villa e Davide Maria Santini, raccontando il loro personale vissuto e promuovendo così la cultura del dono. Saranno presenti Giuseppe Larosa, referente AIDO Lecco e Rosario Vaticano, referente ADMO Lecco. Prevista anche la presenza del presidente regionale ADMO Lombardia, Giuseppe Saponara: "Per molte malattie onco-ematologiche la cura non può essere comprata, si tratta di una donazione di cellule staminali ematopoietiche che solo il gemello genetico del paziente può offrirgli. #SEIPRORPIOTU QUEL GEMELLO GENETICO? Lo puoi scoprire solo iscrivendoti al registro dei potenziali donatori, se non sei iscritto e il tuo gemello genetico ha bisogno di TE, non può trovarti in nessun modo!

Sono tanti i pazienti in attesa del dono, per questo Admo Lombardia da 31 anni sensibilizza alla donazione di cellule staminali ematopoietiche presenti nel midollo osseo (che non è il midollo spinale!). Partecipa all'incontro per scoprire quant'è facile poter regalare una speranza di vita."

OPI, AIDO e ADMO invitano dunque i cittadini lecchesi a partecipare a questo momento di incontro. Ai partecipanti verrà offerto un piccolo rinfresco. Il ricavato della vendita dei libri è completamente destinato a sostenere la ricerca.

 Venerdì 4 marzo alle ore 15.00 si terrà l'inaugurazione dell’Hospice Resegone

Presentazione del progetto – Aula Magna Ospedale “Alessandro Manzoni” Lecco –
interverranno:V

Paolo Favini, Direttore Generale dell’ASST di Lecco;

Letizia Moratti, Vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia;

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita;

Gianlorenzo Scaccabarozzi, Direttore del Dipartimento della Fragilità – Rete Locale Cure Palliative dell’ASST di Lecco;

Giulia Torregrossa, Architetto;

Francesca Mauri Biorcio, Presidente dell’Associazione per la Cura dei Malati in Trattamento palliativo (ACMT OdV).

seguirà la visita dell’Hospice Resegone.
L'Hospice Resegone è una nuova stuttura ricavata all'interno dell'Ospedale Manzoni, curato dall'Architetto Giulia Torregrossa, con circa 10 posti  letto, per Malati terminali e Cure Palliative.

Ricordiamo che l’accesso è consentito su invito e con Green Pass rafforzato.

"Io non ho nulla in contrario se a Introbio volete fare delle cerimonie su qualcosa di molto indefinito e incerto". Abbiamo sentito Ercole Castelnovo, storico e molto combattivo rappresentante sindacale della RSU dell'ASST di Lecco , cioè degli Ospedali (suo il merito di avere avuto riconosciuto il "tempo di vestizione" degli infermieri lecchesi all'interno dell' orario di lavoro).

Castelnovo (a sinistra nella foto, insieme a Nichi Vendola) lavora da ormai molti anni nel Reparto Psicologia dell'Ospedale di Bellano, conosce molto bene lo stato della Sanità in provincia di Lecco, ed è molto critico sulla sua gestione..
"Forse sarebbe stato meglio - aggiunge - che i valsassinesi avessero guardato a Bellano, il cui Ospedale può garantire più di una quarantina di posti letto, che alcuni anni fa ha rischiato di essere chiuso, e che oggi anch'esso viene riscoperto come "Ospedale di Comunità", un ruolo abbastanza impreciso e poco chiaro".
Rilanciare l'Ospedale di Bellano è da sempre un suo obiettivo: in questi ultimi due anni è stato gestito come luogo di degenza post-covid per chi era uscito dalla malattia grave e aveva bisogno di riabilitazione.

"Quindi se il Sindaco di Introbio vuole fare una cerimonia con Prefetto, dirigenti ASST e quant'altro, su un progetto che non si sa nemmeno se sarà realmente finanziato oppure rimarrà sulla carta, e che con la burocrazia esistente se va bene comincerà a veder la luce forse tra una decina di anni, ora che saranno stati varati gli appalti ecc., a me non interessa niente."

"Il problema è che non ci si faccia illusioni su come deve essere gestito anche un piccolo "Ospedale di Comunità": non si può fare affidamento, come ho sentito dire, sui "Medici di Medicina generale" (cioè quelli generici della Mutua) nè tantomeno sui volontari.
Con tutto il rispetto per i "Medici generici" non ne hanno la preparazione: un Ospedale è una cosa seria, deve essere gestito da Medici specialistici, purtroppo sempre più rari nel Lecchese" . Questi invece scappano per altri lidi, più remunerativi e che danno più soddisfazioni: chiedere per esempio a Ivano Donato, un bravissimo medico che lavorava al Pronto Soccorso ( e che è stato anche Assessore Comunale di Lecco).

"Abbiamo nel territorio un problema ormai drammatico di gestione del personale: quello che c'è è poco, mi riferisco sia ai Medici che agli Infermieri, generalmente super-sfruttato ai limiti delle possibilità".
Pochi giorni fa ha fatto scalpore il caso della giovanissima inferimiera di Brindisi, Sara Sorge, che uscita "stanca morta" dal suo turno di lavoro ha avuto un colpo di sonno mentre tornava a casa in auto e si è schiantata contro un palo.

Insomma, la gestione di un Ospedale, se si farà, non può essere affrontata con superficialità e leggerezza: "bisogna garantire turni di 24 ore, una assistenza specialistica, tutta una serie di problematiche che dovranno essere affrontate, altrimenti è solo pura propaganda".

Vedremo.

 

Rigettato integralmente dal Giudice il ricorso, per condotta antisindacale, promosso dalle sigle F.P. CGIL e USB P.I. contro l’ASST di Lecco e confermata la legittimità dell’operato aziendale.

Lecco, 10 gennaio 2022 - Lo scorso mese di dicembre alcune testate giornalistiche e svariati siti di informazione on line locali hanno dato ampio risalto alla notizia di un procedimento per condotta antisindacale, ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, promosso dalla CGIL contro l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lecco.

La CGIL aveva infatti lamentato “..di avere subito condotte dell’ASST volte a pregiudicare il pieno esercizio della libertà ed attività sindacale nelle sue diverse manifestazioni”.

Al ricorso si era successivamente associata anche la sigla sindacale USB P.I.

Nella mattinata di oggi il Giudice del lavoro di Lecco ha depositato il provvedimento con cui ha integralmente rigettato il ricorso, ponendo fine, si auspica, alla stagione della conflittualità pretestuosa.

Secondo la narrazione delle parti ricorrenti, l’azienda avrebbe adottato nel corso degli ultimi due anni provvedimenti illegittimi (quali le delibere istitutive degli incarichi di funzione o il regolamento sui tempi di vestizione degli infermieri) in spregio all’istituto della contrattazione sindacale e in danno degli stessi dipendenti, che si sarebbero visti depauperare di fondi destinati a pagare straordinari e altre indennità.

Inoltre l’ASST era stata accusata da CGIL e USB di aver sottoscritto accordi illegittimi, con minoranze non adeguatamente rappresentative dei lavoratori (ossia CISL, UIL e Nursing Up), avvalendosi di (presunte) firme apocrife (molto si è parlato di una “manina fantasma” che avrebbe firmato l’accordo sindacale dello scorso 16.11.21) e di essere prossima, persino, a un (inesistente) dissesto finanziario.

Con un corposo e articolato decreto, il Tribunale di Lecco - ripercorrendo puntualmente due anni di trattative, di corrispondenza tra la delegazione trattante aziendale e le OOSS, di verbali di incontri sindacali e di tavoli tecnici - ha stabilito che “ [..] nessuna condotta antisindacale risulta essere stata perpetrata” in nessuna delle “ [..] condotte dell’ASST oggetto delle doglianze attoree” e che non è mai stato “[..] in alcun modo leso il diritto di informazione, di consultazione e di partecipazione del Sindacato ricorrente” del quale, il Giudice, ha invece evidenziato i toni talvolta perentori ed “ [..] eloquenti, nel senso di escludere [..] qualsiasi possibilità di trattativa da parte della stessa organizzazione sindacale”.

Paolo Favini, Direttore Generale ASST di Lecco
“Sono particolarmente soddisfatto del decreto emanato oggi dal Giudice del Lavoro di Lecco che mette in luce il corretto operato della Direzione Strategica e della delegazione trattante. In questi due mesi ho preferito non commentare la vicenda, attendendo, in un fiducioso e rispettoso silenzio, l’esito del giudizio, certo che l’evidenza documentale dei fatti avrebbe reso giustizia all’azienda e sancito la validità degli accordi sindacali sottoscritti. In ogni caso il Giudice ha disposto l’affissione del provvedimento nella bacheca aziendale; dopo tante falsità, i dipendenti potranno leggere quale è stata la realtà dei fatti”.

Un riconoscimento economico di sette minuti quale tempo di vestizione/svestizione: è quanto prevede un accordo stipulato da Asst Lecco e organizzazioni sindacali Fp Cisl Monza Brianza Lecco, Uil Fpl del Lario e Nursing Up per i lavoratori con ruolo sanitario o con ruolo tecnico addetto all’assistenza che, per lo svolgimento della loro prestazione, devono indossare divise per ragioni di igiene o sicurezza. Questi riconoscimento sarà accordato per ogni turno svolto nel periodo antecedente al 21 maggio 2018 (data dell’entrata in vigore dell’attuale contratto nazionale) e non oggetto di prescrizione, quindi compreso nei cinque anni precedenti la stipula dell’accordo (siglato il 29 dicembre 2021).

Per beneficiare di questo riconoscimento economico, il personale dovrà comunicare entro il 30 aprile 2022 la propria manifestazione di interesse. Sarà necessario procedere a una conciliazione in sede protetta con l’organizzazione sindacale di riferimento. Le modalità di adesione saranno indicate dalla direzione di Asst Lecco

Con questa firma Cisl Fp, Uil Fpl del Lario e Nursing Up, di fatto, riconoscono ai lavoratori della Asst un ulteriore beneficio economico che non grava su fondi aziendali, ma direttamente sui capitoli di bilancio della Asst Lecco per un ammontare complessivo di circa due milioni di euro.

«Ancora una volta diamo un possibilità a tutti gli aventi diritto al pagamento dei tempi di vestizione – spiegano i responsabili sindacali -, mettendo la firma su un accordo che, se ulteriormente prorogato, avrebbe di fatto danneggiato il personale. Il nostro impegno sempre quello di operare e contrattare con il solo fine di portare beneficio ai lavoratori».

A quasi un anno di distanza dal "Vaccine Day" (27 Dicembre 2020) si è tenuta ieri l'ultima conferenza stampa dell'anno con i giornalisti della dirigenza del'Ospedale e dell'ASST di Lecco, per fare il punto sulla situazione.
All'incontro hanno partecipato Paolo Favini, Direttore generale ASST, Stefania Piconi primario di Malattie infettive, Mario Tavola, primario del Dipartimento emergenza, Roberto Bellù direttore del Dipartimento Materno Infantile, Francesco Luzzaro Direttore del reparto di Microbiologia e Virologia, ed Enrico Frisone Direttore Sanitario Asst Lecco, Daniele Colombo Direttore del Mandic Merate.

Abbiamo cercato di sintetizzare i temi trattati in una serie di domande e risposte

La situazione a Lecco è grave rispetto alla diffusione del Covid ?

- No, siamo in una situazione migliore delle altre zone d'Italia, grazie soprattutto alla diffusione dei vaccini (circa l'82% della popolazione già vaccinata). Siamo in una fase di livello 2 di allerta, pronti per una eventuale fase 3 (Favini)

Quanti ricoverati ci sono all'Ospedale di Lecco ?
- Attualmente sono ricoverati 62 positivi al Manzoni, di cui 54 acuti e 8 in terapia intensiva. Di questi 8 (tra i 48 e i 60 anni), 2 sono vaccinati e 6 non vaccinati (peraltro arrivati da fuori Lecco). Abbiamo disponibili in totale 20 posti letto per le terapie intensive (Favini e Tavola)

E' utile la terza dose ?
- La terza dose, in gergo tecnico "Booster" o "richiamo", rafforza molto le difese immunitarie, che dopo 5 mesi tendono a decadere, creando uno strato mucoso nel naso che protegge dal'infezione (Favini e Piconi )

Quante linee vaccinali ci sono nel lecchese ?
- Al Palataurus, il cui contratto d'affitto è stato rinnovato fino a Giugno 2022, abbiamo 15 linee vaccinali (circa 2000 vaccinati al giorno) al Manzoni 6 (sabato e domenica per i bambini) , al Mandic 2 linee e altre 4 a Merate (circa 300 vaccinati al giorno). Meglio presentarsi con la prenotazione.(Favini)

E' utile vaccinare i bambini dai 5 ai 12 anni ?
- Assolutamente si: evitano di contagiare gli adulti e gli anziani. Siamo attrezzati per rendere più piacevole la loro esperienza, con giochi e clown nei centri vaccinali. I bambini tra l'altro stanno rispondendo molto bene agli inviti. Anche per le donne in gravidanza non ci sono problemi (qualche cautela da osservarsi solo nel I trimestre). Se la mamma è vaccinata il neonato avrà più difese immunitarie. (Piconi e Bellù)

Perchè alcuni rifiutano di vaccinarsi (chiamati comunemente no-vax) ?
- Gli anziani spesso per paura del vaccino (ma un po' alla volta si stanno convincendo) nei più giovani subentrano motivi ideologici molto opinabili (è grave quando i figli non fanno vaccinare i genitori anziani) (Tavola e Colombo)

Cosa succede quando ci si ammala ?
- Per i non vaccinati la devastazione dell'apparato respiratorio è più grave: il sistema immunitario rimane paralizzato (Linfodemia) molti vanno in rianimazione, cerchiamo di recuperarli con diverse medicine, come MONOCLONALI, antivirus orali e altro. Non sappiamo però se funzioneranno bene sulla variante Omicron (Piconi)


Quali patologie favoriscono il contagio ?

- Sono più a rischio i pazienti che hanno diabete, immunodepressi, problemi renali, ma anche obesità (Piconi e Tavola)


Cosa sappiamo sulla variante Omicron ?

- Poco, perchè è stata scoperta molto recentemente, poco più di un mese fa, l'11 Novembre in Botswana e SudAfrica. E' molto più trasmissibile, attacca le proteine Spyke, attraverso cui il virus entra nelle cellule, ha più di 30 mutazioni rispetto al Covid 2019. E' sicuramente pericolosa, ma per il momento non ci sono ancora contagiati di Omicron a Lecco (solo Delta). La terza dose dovrebbe proteggerci anche da questa variante. (Luzzaro)

I tamponi sono efficaci ?
- Non sempre, quelli antigenici rapidi (salivari) non sempre rilevano Omicron, meglio quelli molecolari più efficaci (Luzzaro)

Cosa cerca l'Ospedale di Lecco ?
- Anestesisti, sono rari, pochi e preziosi: abbiamo appena indetto un concorso (23 gli iscritti) speriamo bene (Favini)

Asst Lecco / Sempre più vicino lo stato di agitazione

Tramparulo (Fp Cgil): “Si sta mettendo mano in modo improprio ai fondi delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendo fortemente le possibilità di valorizzarne la professionalità e le competenze. Questa è una vergogna e una presa in giro”

Vista la situazione, sempre più probabile lo stato di agitazione per le lavoratrici e dei lavoratori della Asst Lecco. “Siamo indignati dall’atteggiamento dell’azienda socio sanitaria! – attacca Lello Tramparulo, segretario generale della Fp Cgil locale -. Nel corso della trattativa sui fondi per le condizioni di lavoro e le premialità abbiamo appreso che non ci sono le risorse per pagare gli straordinari; che le indennità per le malattie infettive, finite le risorse nazionali stanziate per l’emergenza Covid, sono state erogate prelevando dal fondo dei dipendenti (600mila euro); e che dai fondi destinati ai premi di produttività dei lavoratori sono stati usati 150mila euro per pagare i rientri in servizio”.

Ma non finisce qui – aggiunge il sindacalista -. Senza accordo sindacale la Asst ha pagato per gli incarichi di funzione 100mila euro in più rispetto ai 380mila euro precedenti. E sui tempi di vestizione, a fronte dei 2,5 milioni di euro stimati per tutte le lavoratrici e i lavoratori, sono stati spesi invece circa 200mila euro. Ma stiamo scherzando?”.

Da qui la netta presa di posizione, ribadita anche sulla nuova pagina Facebook creata dalla categoria, @Lavoratori ASST Lecco Uniti, per cui la “Funzione Pubblica CGIL non firmerà MAI un accordo che giustifichi questa CATASTROFE!”.

“Si sta mettendo mano in modo improprio ai fondi delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendo fortemente le possibilità di valorizzarne la professionalità e le competenze. Questa è una vergogna e una presa in giro. Cara Asst, noi non ci stiamo!” tuona Tramparulo.

Aprirà entro la fine dell’anno e si chiamerà “RESEGONE” il nuovo HOSPICE, la struttura di degenza troverà collocazione al secondo piano del presidio ospedaliero di Lecco, l’arredamento delle 10 camere prevede il letto singolo, abbinato alla poltrona letto messa a disposizione del familiare.
A presentare la nuova struttura sono intervenuti, presso l’Aula Magna dell’Ospedale Manzoni Paolo Favini Francesca Biorcio Mauri, Gianlorenzo Scaccabarozzi, Anna Cazzaniga e Giulia Torregrossa.

La tipologia strutturale adottata garantisce il rispetto della dignità del paziente e dei suoi familiari mediante una articolazione spaziale utile a creare condizioni di vita simili a quelle godute dal paziente presso il proprio domicilio, con possibilità di personalizzazione delle stanze, compatibilmente con lo spazio esistente. La qualità degli spazi progettati è finalizzata a facilitare il benessere ambientale, la fruibilità degli spazi e il benessere psicologico.

L’obiettivo primario è quello di mettere a disposizione della cittadinanza lecchese un numero adeguato di posti letto “hospice”, integrati nella Rete Locale di Cure Palliative (RLCP), riequilibrando l’indice di copertura per 10.000 abit.
In merito alla copertura del bisogno di cure palliative sul territorio in cui insiste l’ASST di Lecco, è possibile affermare che da anni è superiore al 75%, a fronte di uno standard ministeriale fissato a 65% (DM n.43, 22 Febbraio 2007).
Come evidenziato in premessa però, i decessi in ospedale rappresentano un evento imprescindibile.

Altro elemento facilmente riscontrabile è rappresentato dalla carenza nell’offerta di posti letto residenziali Hospice per Cure Palliative sul nostro territorio. Si può pertanto intuire che la copertura del bisogno è stata realizzata soprattutto grazie alle attività massimali delle Unità di Cure Palliative domiciliari.
Affrontare secondo il principio dell’appropriatezza e in un contesto adeguatamente predisposto, il tema del “morire in ospedale”. Favorire il decongestionamento dei posti letto da dedicare all’acuzie. Realizzare una progettualità mediante il coinvolgimento integrato-coordinato, tra istituzioni e realtà associative. È previsto il reclutamento di 10 OSS, 9 infermieri e 1 coordinatore, 1 medico palliativista.
Per il personale OSS e per gli infermieri, in applicazione del regolamento aziendale sulle mobilità interna, è stato attivato, prima del reclutamento del personale, un bando di interesse alla mobilità interna presso l’hospice.

Verrà individuata un’équipe multidisciplinare e multiprofessionale in possesso di adeguata formazione ed esperienza, composta da:
• medico palliativista
• infermiere
• OSS
• psicologo
• assistente sociale
• altre figure professionali individuate in base alle specifiche esigenze

Saranno inoltre assicurate le figure professionali del fisioterapista e del dietista, attivabili in funzione del Piano di Assistenza Individuale, disponibili anche nell’ambito della RLCP. Le suddette figure saranno integrate dall’assistente spirituale, nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino
L’attivazione di 10 nuovi posti letto hospice richiede l’attribuzione di un budget da parte di Regione Lombardia, riservate all’acquisizione e mantenimento delle figure professionali e OSS.
Le risorse destinate all’allestimento strutturale di camere e spazi comuni saranno reperite grazie alla preziosa e storica collaborazione con ACMT, associazione lecchese a sostegno della cura dei malati in trattamento palliativo, attraverso una donazione specifica. La stessa associazione, si farà promotrice di una campagna di “fundraising” al fine di reperire ulteriori risorse.

Bertolaso: importante la terza dose per i fragili

La terza dose del vaccino Covid da giovedì 7 ottobre sarà disponibile in abbinata al vaccino contro l’influenza. La notizia è stata data martedì 5 ottobre da Regione Lombardia nel corso di una conferenza stampa di aggiornamento sulla campagna vaccinale. Il piano di somministrazioni delle terze dosi è in corso dal 20 settembre per i pazienti che hanno subito un trapianto e le persone immunocompromesse.
Dal 4 ottobre è aperta la campagna per gli ultraottantenni e saranno loro, insieme ai pazienti fragili, a poter ricevere, insieme alla terza dose del vaccino contro il Covid-19, anche il vaccino antiinfluenzale, perché nel frattempo sono arrivate le forniture previste dalla Regione. L’abbinamento vale per le persone che hanno diritto al vaccino contro l’influenza in forma gratuita e che possono ricevere anche il vaccino Covid, cioè per gli over 60 e per i pazienti fragili.
Vaccino Covid terza dose: importante per gli immunodepressi

Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale contro il Covid-19 in Lombardia, ha ribadito la differenza tra la dose addizionale riservata ai pazienti fragili e il cosiddetto booster. La dose aggiuntiva è da considerarsi parte integrante del ciclo vaccinale per le persone più vulnerabili. La campagna per la terza dose per trapiantati e immunocompromessi è ancora un po’ lenta e Bertolaso ha provato a richiamarne l’attenzione. Il booster per gli ultraottantenni è da considerarsi un richiamo, che serve a proteggere gli anziani in una fase in cui il virus è ancora in circolazione. È da considerarsi relativamente “meno urgente”, rispetto alla dose addizionale per i fragili e si fa sei mesi dopo la seconda dose.
Possono avvalersi del booster, come da indicazione nazionale Aifa, anche gli operatori sanitari che, nell’accezione data da Regione Lombardia, comprende tutti le persone che lavorano a contatto con luoghi e ambienti sanitari – per esempio anche gli addetti alle mense e alle pulizie -.
Operatori sanitari e ospiti delle Rsa potranno ricevere la terza dose direttamente nelle loro strutture di riferimento.
Dove e come prenotare la terza dose

La novità della campagna vaccinale di quest’autunno è data dai luoghi deputati al vaccino. Alla somministrazione presso gli hub, che segue il consueto canale del portale on line, si aggiunge la possibilità di chiedere al proprio medico o di prenotare in farmacia. La terza dose, secondo quello che ha spiegato Bertolaso, ha minori probabilità di causare reazioni avverse in chi non ha avuto sintomi importanti con le prime due; è quindi più facile organizzare la puntura in luoghi come lo studio del medico di medicina generale o le 668 farmacie autorizzate.

Per ricevere il vaccino in farmacia non si deve prenotare sul portale, ma chiamare direttamente la farmacia abilitata. Le prenotazioni della terza dose iniziano, in questo caso, dal prossimo 11 ottobre. Le farmacie nelle Ats Montagna e d Brescia e Pavia partiranno con l’inoculo dal 18 ottobre, mentre nei territori di competenza di tutte le altre Ats e cioè Milano, Insubria, Brianza, Bergamo e val Padana, la campagna inizierà il 20 ottobre.

Prosegue lentamente ma senza soste la decrescita dei contagi da coronavirus in Lombardia. Il dato più significativo, il tasso di positività, è passato dallo 0,6% di lunedì 4 ottobre, allo 0,4% di martedì 5. I ricoveri sono in aumento: +288 con 59 degenti in terapia intensiva (+3) e 7 decessi. A Lecco sono stati registrati 16 contagi in più. La curva dei casi gravi è comunque ormai prossima all’appiattimento totale. E sul fronte della pandemia ci sono alcune buone notizie. Infatti "Ema ha approvato la terza dose agli over 18. La Regione è pronta sulla base delle indicazioni che riceveremo dal Ministero della Salute e dalla struttura commissariale diretta dal generale Figliuolo, con un richiamo a partire dal sesto mese dopo la seconda dose". Parola di Letizia Moratti, assessore regionale alla Sanità. Insomma sembra che le barricate erette dalla Regione contro la diffusione del coronavirus e dei suoi spesso gravissimi effetti, stiano funzionando bene, come del resto ha annunciato ieri anche lo “stratega logistico” generale Figliuolo durante la sua visita alle strutture regionali impegnate nella battaglia contro la Covid 19. Il terzo ciclo di vaccinazioni in Lombardia dovrebbe così partire già oggi con la somministrazione della “terza rata”, agli immunodepressi e agli over ottanta, in un’unica inoculazione insieme al vaccino antiinfluenzale tradizionale.

La clearance per la somministrazione riguarda i prodotti Comirnaty (BioNTech/Pfizer) e Spikevax (Moderna). Il richiamo vaccinale può inoltre essere esteso anche a tutta la popolazione maggiorenne che abbia ricevuto la seconda dose da almeno 6 mesi. Vaccino per tutti (o quasi) dunque, con l’eccezione dei più giovani. Buone notizie, insomma, anche perchè l’antivirus prodotto da Pfizer, dopo circa sei mesi dall’ultima dose dimezza la propria efficacia contro il contagio. Anche se resta molto alta la protezione contro i sintomi più gravi della malattia. La riduzione del potere antivirale del vaccino Comirnaty, già comunicata nel luglio scorso dalla stessa Pfizer, è stata confermata da uno studio effettuato dal Kaiser Permanente Southern California health system in collaborazione con la stessa cassa produttrice del Comirnaty. Dalla ricerca statunitense è emerso però anche che il vaccino Biontech/Pfizer conserva al 90% la propria efficacia nell’evitare i ricoveri e le sintomatologie gravi anche nei confronti di tutte le varianti virali, delta compresa.

Comunque, grazie al via libera dell’European medicine agency alle vaccinazioni per tutti i maggiorenni dopo sei mesi dalla prima inoculazione, sarà ora possibile vaccinare gran parte della popolazione. Non solo vaccini, però. SI spera infatti che la Food and drug administration conceda il via libera alla pillola anti covid messa a punto negli States dalla casa farmaceutica Mercks e che ha acceso gli entusiasmi (forse affrettati) di molti. Il nuovo farmaco (Molnupiravir), la cui somministrazione non richiede il ricorso a strutture specializzate sul territorio come accade per il vaccino, potrebbe essere in grado di ridurre le sintomatologie più gravi della Covid 19 nella metà dei casi.

Ma è anche vero che, almeno per ora, i costi della pillola appaiono proibitivi: la confezione per un ciclo completo del farmaco, se immesso sul mercato, costerebbe circa 800 dollari. Inoltre saranno necessari alcuni mesi prima che si concluda l’iter previsto per il via libera definitivo. Ma su questo fronte la casa farmaceutica americana non è sola. Le acque sono molto agitate visto che anche Pfizer e Roche sembrano a buon punto nella realizzazione della pillola anticovid che, secondo il celebre immunologo Anthony Fauci, è grado di fornire “dati positivi impressionanti”.

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